E se non fusse el mal, me metarìa fora al giazo, sararìa i oci e s-ciào.
Só cussì stufo che non gò gnanca pì vojia de vardare i òmeni, cuerti o descuerti, beli o bruti. Sto qua, scolto dò o tre semàde e speto che me vegna sòno.
Só stufo.
Gò remetúo tuto en tel cesso, e desso bevo bira e vin, e spero che un'anima bóna vegna a portarme via, a darme un baso e dirme che tuto va ben, che xe ancora tuto a posto, tuto giustà.
Ma mi sò che no xe vero: le case xe drío 'ndare a tochi, mi sò un omo finío...
ghe mancava solo che la nève.
Come quela volta che caminava con l'ombrela rente casa tua, che te sercava ma ti non te ghe gieri; e l'amore che te voleva me tegnèva al caldo.
Bei tempi, queli.
venerdì 17 dicembre 2010
venerdì 10 dicembre 2010
Sulla brezza dell'alba, ti farà brillar come il sole
E dove siete tutti?
Dormite, ora che sono debole, ora che il barattolo dello zucchero è così svitato...
Non so chi vorrei essere, ma di certo non volevo essere questo relitto umano, intrappolato tra il più bolso cattolicesimo e un inutile soffio di libertà.
Salve regina, madre di tutte le troie: mi vuoi dare il bacio delle pompinare e lasciarmi andare in pace?
Sono stanco di mangiare arance e mandarini.
Dormite, ora che sono debole, ora che il barattolo dello zucchero è così svitato...
Non so chi vorrei essere, ma di certo non volevo essere questo relitto umano, intrappolato tra il più bolso cattolicesimo e un inutile soffio di libertà.
Salve regina, madre di tutte le troie: mi vuoi dare il bacio delle pompinare e lasciarmi andare in pace?
Sono stanco di mangiare arance e mandarini.
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