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martedì 29 marzo 2011

You make me feel brand new

Quando pensavo di avere qualcosa da fare nella vita, era solo una stupidaggine.

Adesso che sono sicuro di non aver più nulla da fare, è tutto così serio: così triste.

Bulimia, bulimia, portami via- ma ci metterai più anni di quelli che mi restano da vivere, inutile disgraziata. Così, non ci sono pensieri nuovi né vecchi, non c’è gente non c’è aria non c’è cibo non c’è sesso.

Per averti qui e sentirti tra le mani, mi inventerei di essere ancora vivo. E in questo buio, sfiorando le mie ossa così fragili e così belle, mi sento perso nell’estasi.

venerdì 10 dicembre 2010

Sulla brezza dell'alba, ti farà brillar come il sole

E dove siete tutti?
Dormite, ora che sono debole, ora che il barattolo dello zucchero è così svitato...
Non so chi vorrei essere, ma di certo non volevo essere questo relitto umano, intrappolato tra il più bolso cattolicesimo e un inutile soffio di libertà.
Salve regina, madre di tutte le troie: mi vuoi dare il bacio delle pompinare e lasciarmi andare in pace?
Sono stanco di mangiare arance e mandarini.

mercoledì 24 novembre 2010

Sarà verso il mattino

Non capisco perché mi venga ogni tanto questa strana idea di svegliarmi prima di mezzogiorno... è un orario penoso, dalle dieci a mezzogiorno il mondo sembra appena uscito da un libro di Pollyanna e tutto questo sole, questa luce, queste nuvole e quest'aria che pare sorridere!
Mi stava uccidendo. Per fortuna, è arrivata Antonella:
traghéttami, o bionda cicciosa, sulle tue pignatte trasudanti grassi e zuccheri verso il placido e ombroso pomeriggio, promessa di una notte inquieta maledetta ma viva.

venerdì 19 novembre 2010

Anche il mio cane si fa forza

Il segreto per sopravvivere su Facebook? Non avere amici.
Oppure- avere amici ma che siano famosi: così non avranno tempo di rispondervi e voi potrete godere del piacere di farvi la vita degli altri senza che loro vogliano farsi la vostra.
E io che sogno di fuggire via... e andare: lontano?
Vorrei piuttosto vomitare, e vomitare ancora. Più lontano di così:
nell'attesa che questa corrente neurochimica si spenga per sempre.

E tutta la mia storia, e i miei poveri amori e i miei pochi amici.

venerdì 12 novembre 2010

E allora io quasi quasi prendo il treno

Quel che scende deve risalire.
Magari no, ma ci vuole così poco...
un po' brucia, ma non è un gran male.
Galaxy galaxy portami via. Portami via.
Portami via! Per pietà, non mi lasciare-
qui. solo. un. attimo. di. più.

giovedì 4 novembre 2010

A house is not a home

A che serve mai una casa?

A metterci dentro tutta la merda che ci soffoca, le porcherie che ci fanno annegare e "quei brutti pensieri che non dovremmo fare mai".
Quattro pareti di vigliaccheria e debolezza, un enorme cesso dove non si può tirare lo sciacquone.

Voglio vivere senza mattoni, senza calcestruzzo sulla testa:
eccone un'altra per il mio elenco di velleità proletario-borghesi.

venerdì 10 settembre 2010

Accaparrano e dopo mangiano

Mi caccio sempre nei guai? Sono di gran compagnia?
Non lo so, ma vorrei avere una Club House (non so che sia, ma visto come la disegnano in Hamtaro, mi piace). La notte è simpatica, ma un poco freddina; il forno caldo per il pane ci aiuterà ad arrivare a domani senza geloni.

Non ho voglia di pulire per terra: e se lasciassi che la polvere si accumuli fino a seppellire la casa e farla diventare un reperto archeologico? Pazza, pazza idea di far l'amore con te. Con _te_, lo sai chi sei!

Ora voglio un elefantino, un nuovo paio di pantaloni e un gatto nero.
Ma con te non posso giocare più: mi ha dato di nuovo un gatto bianco. Stronzo.

giovedì 26 agosto 2010

He ate my heart

Già sulla discesa fisica e mentale di una bicchierata di benzodiazepine da sonno, l'idea di spararmi nelle orecchie Lady Gaga fino ad averne la testa piena.
E nella nebbia musicale, me ne esco a chiudere gli scuri- nebbiolina da afa tutto intorno, riflesso di luce di luna piena, la mia erezione che ancora non se ne va dalla fantasia di cinque minuti fa.
Spengo tutto, spengo anche un pensiero dopo l'altro, spengo anche questo computer.
Voglio restare solo nella confusione seducente di questa musica impazzita e poi di colpo sparire per qualche ora.
That boy's a monster.

venerdì 6 agosto 2010

Io ti vorrei tutto preso dal sesso

Io con le malattie non ci so fare: sono sempre stato bene, a parte qualche stupidaggine, e ho disprezzo per i medici, perché non mi sono mai serviti davvero. È una situazione imbarazzante, perché la maggior parte delle persone che conosco ha una storia clinica interessante: io non so mai cosa dire.
Certo, se vogliamo, un paio d'anni di incontri con una terapeuta dell'ABA forse potrebbero essere menzionati, ma i disturbi interiori senza un'evidente manifestazione non interessano nei salotti.

Una volta ho preso sotto un gatto, ma non volevo. Ci sto male ancora adesso e maledico quel gatto che è saltato sotto le mie ruote senza darmi il tempo di far nulla.
Così vi maledico, voi, uomini. ragazzi. maschi- che vi mostrate ai miei occhi, che vi fate travolgere dal mio desiderio per morire un istante dopo senza darmi il tempo di allungare una mano, di sfiorare un labbro. Malati delle vostre insondabili profondità, delle vostre meraviglie miserabili.

giovedì 5 agosto 2010

Madonna santa, io sono indegna di perdono

Devo essere una calamita per disadattati sociali.
Forse li faccio sentire meglio quando mi stanno vicino?
E andatevene un po' a fanculo!
Tirate avanti con le vostre deformità- come faccio io.

lunedì 26 luglio 2010

Ma stasera chi vince tra mille rinunce

Piccolo e stupido omaggio a una delle donne di cartone più masochiste, tristi, macerate, dementi che abbiano mai traviato la mia mente di fanciullo.
Mi rivedo, abbandonato davanti alla tv o, più probabilmente, accompagnato da genitori inconsapevoli che i figli sotto i vent'anni non sono ancora vaccinati a forza di anestetica morale cattolica e che perciò la strabordante etica nippo-masochista del cartone animato avrebbe sfondato la mia psiche come un plotone di androidi-assassini in un allevamento di conigli.
Questa notte, Mimì; mi si è parata davanti, Madonna con la coda di cavallo e gli occhi giganti, in una succulenta replica sul salvifico RaiGulp, che soccorre la mia mente quando Boing mi abbandona. Mimì che si fa schiantare a terra da pallonate, che si fa prendere a sberle, che viene privata di ogni soccorso e conforto, circondata da una schiera di derelitte che non hanno nemmeno la sua forza di carattere.
Io non la chiamo forza di carattere, però: ad essere sincero, tra me e me sorrido e mi dico: "che adorabile folle".
Sarà per questo che mi è venuta l'imprescindibile voglia di disegnarla. In questi mesi, in questi giorni: in queste ore! quanto mi sento l'adorabile follia serpeggiarmi ovunque.
Se guardate dentro la finestra di casa mia, mi vedrete buono e tranquillo al tavolo del computer; ma se spiaste nella mia testa, un turbinare di schianti a terra e pallonate che neppure durante un ciclone.
Altroché se stasera si vince... altroché...

sabato 24 luglio 2010

È un signor di qualità!

Una bella ricetta estiva, fresca fresca, per festeggiare un finesettimana finalmente meno afoso. Che almeno se c'è l'afa però uno può dire di essere giù di pressione, invece col beltempo hai le palle girate e gli altri se ne accorgono e non puoi mentire. Ma sto divagando.
Dunque: frattaglie di porco a piacere, due pomodoriniPachinoTM, due bicchieri di olio EvoTM (in mancanza olio M.EvoTM (MedioEvoTM)), tre-quattro spicchi d'aglio piccante della Manciuria, un sushi, due mate e un pizzico di corno di gnu in polvere.
Presi che si siano gli ingredienti, pestate tutto in un mortaio, tranne l'olio e le frattaglie. Mentre pestate, bestemmiate copiosamente, che questo renderà il piatto infinitamente più saporito. Quando il pestello comincia a mostrare segni di usura, lasciate la polvere ormani nanometrica a riposare.
Scaldate molto l'olio su fiamma alta- si badi, fiamma di gasolio, non di metano. GASOLIO. Ora, quando il puzzo di fritto sarà acuto nonostante non stiate ancora friggendo nulla, gettate violentemente le frattaglie nell'olio e fate un paio di salti all'indietro. Oppure sfregiatevi, è la moda dell'estate: ricordate solo che la prossima estate potrebbe non esserlo più e gli sfregi sono permanenti.
Quando le frattaglie saranno marrone ben scuro, scolatele dall'olio. Lasciate freddare olio e carne, quindi emulsionate la polvere del mortaio con tutto l'olio, e condite le frattaglie.
Per il servizio in tavola, si consiglia di dare al piatto l'aspetto di un piccolo gattino o di una scimietta. Si mangia con spilloni vudù ancora caldo.
Una nota caratteristica: se recitate maledizioni all'indirizzo di persone che odiate mentre vi servite, è credenza diffusa che queste si realizzino per tutto il tempo in cui masticherete il boccone di cui vi siete serviti.
Buon appetito e buona macumba a tutti!

Ballo ballo ballo da capogiro

Così questa notte mi sono finalmente cimentato nella specialità da lungo sognata: la danza libera per tutta la notte, c'est-à-dire fino a che non hanno smesso la musica all'esterno. All'interno non ci ballo, perché è una cosa idiota ballare al chiuso d'estate. Voglio dire, non si vede nemmeno la luna da dentro il capannone climatizzato. Perciò-
Ovviamente, come nei migliori incubi, ho ballato da solo (una specie di Bertè inconsapevole) in mezzo alla folla. Mi sono divertito assai, per il ballo, ma ora provo un odio profondo per tutto il genere umano e in particolare per chi mi conosceva e non mi ha degnato che di un "Ciao".
E se devo essere odioso, allora voglio esserlo per bene, alla grande, come una delle ragazzine insopportabilmente belle e fastidiose delle telenovelas argentine che mi piacciono tanto.
Vi odio tutti, maledetti bastardi, e se potessi farvi morire solo col pensiero, non sareste già più vivi da almeno un paio d'ore. Un'ecatombe di giovanotti che neppure il Raid con le mosche/zanzare. Schifosi pezzi di merda senza senso.
E tu, coglione, lo so che stavi parlando- se muovi la bocca in direzione di un altro, non è che mi penso che stai facendo gargarismi estetici. Imbecille, volevo solo salutarti, tanto difficile/disgustoso da capire?
Ballo ballo ballo da capogiro, alla faccia vostra- una faccia che, nei miei desideri più profondi, avete già perso fra i denti aguzzi dei topi che vi ho liberato addosso.