venerdì 17 dicembre 2010

I vetri son chiusi, volendo si può

E se non fusse el mal, me metarìa fora al giazo, sararìa i oci e s-ciào.
Só cussì stufo che non gò gnanca pì vojia de vardare i òmeni, cuerti o descuerti, beli o bruti. Sto qua, scolto dò o tre semàde e speto che me vegna sòno.
Só stufo.
Gò remetúo tuto en tel cesso, e desso bevo bira e vin, e spero che un'anima bóna vegna a portarme via, a darme un baso e dirme che tuto va ben, che xe ancora tuto a posto, tuto giustà.
Ma mi sò che no xe vero: le case xe drío 'ndare a tochi, mi sò un omo finío...
ghe mancava solo che la nève.
Come quela volta che caminava con l'ombrela rente casa tua, che te sercava ma ti non te ghe gieri; e l'amore che te voleva me tegnèva al caldo.
Bei tempi, queli.

venerdì 10 dicembre 2010

Sulla brezza dell'alba, ti farà brillar come il sole

E dove siete tutti?
Dormite, ora che sono debole, ora che il barattolo dello zucchero è così svitato...
Non so chi vorrei essere, ma di certo non volevo essere questo relitto umano, intrappolato tra il più bolso cattolicesimo e un inutile soffio di libertà.
Salve regina, madre di tutte le troie: mi vuoi dare il bacio delle pompinare e lasciarmi andare in pace?
Sono stanco di mangiare arance e mandarini.

mercoledì 24 novembre 2010

Sarà verso il mattino

Non capisco perché mi venga ogni tanto questa strana idea di svegliarmi prima di mezzogiorno... è un orario penoso, dalle dieci a mezzogiorno il mondo sembra appena uscito da un libro di Pollyanna e tutto questo sole, questa luce, queste nuvole e quest'aria che pare sorridere!
Mi stava uccidendo. Per fortuna, è arrivata Antonella:
traghéttami, o bionda cicciosa, sulle tue pignatte trasudanti grassi e zuccheri verso il placido e ombroso pomeriggio, promessa di una notte inquieta maledetta ma viva.

venerdì 19 novembre 2010

Anche il mio cane si fa forza

Il segreto per sopravvivere su Facebook? Non avere amici.
Oppure- avere amici ma che siano famosi: così non avranno tempo di rispondervi e voi potrete godere del piacere di farvi la vita degli altri senza che loro vogliano farsi la vostra.
E io che sogno di fuggire via... e andare: lontano?
Vorrei piuttosto vomitare, e vomitare ancora. Più lontano di così:
nell'attesa che questa corrente neurochimica si spenga per sempre.

E tutta la mia storia, e i miei poveri amori e i miei pochi amici.

venerdì 12 novembre 2010

E allora io quasi quasi prendo il treno

Quel che scende deve risalire.
Magari no, ma ci vuole così poco...
un po' brucia, ma non è un gran male.
Galaxy galaxy portami via. Portami via.
Portami via! Per pietà, non mi lasciare-
qui. solo. un. attimo. di. più.

venerdì 5 novembre 2010

Al centro del mio cuore ci sei solo tu

E mentre me ne sto accoccolato su questa sedia girevole, mi si rivoluziona tutto intorno.

I pensieri di un decennio fa, pensieri che ho cercato di uccidere sul nascere. Eccoli qua!
Tu, che non so nemmeno dove sei; tu che sicuramente non sai neppure più chi io sia-
per un attimo, di nuovo, al centro del mio cuore ci sei tu- al centro del mio cuore, del mio cazzo, della mia bocca.

Ma dove sei? Sei ancora vivo- sei forse morto?
Se fossi morto, vorrei tanto piangerti. E in fondo, senza saper nulla, vorrei piangere anche adesso .

giovedì 4 novembre 2010

A house is not a home

A che serve mai una casa?

A metterci dentro tutta la merda che ci soffoca, le porcherie che ci fanno annegare e "quei brutti pensieri che non dovremmo fare mai".
Quattro pareti di vigliaccheria e debolezza, un enorme cesso dove non si può tirare lo sciacquone.

Voglio vivere senza mattoni, senza calcestruzzo sulla testa:
eccone un'altra per il mio elenco di velleità proletario-borghesi.

sabato 23 ottobre 2010

Non è più domenica: e poi si dimentica e non si pensa più

E tutta questa fatica, i trenta chili e la pelle che non torna più...

Ora avrei voglia solo di potermi sollevare in volo e abbandonarmi al vento e morire di freddo.
Che poi, morire di solitudine anno dopo anno non fa nessuna differenza.
Non capisco il senso, morirò e non sarò più nulla- come non essere mai esistiti.
Anzi, è già così: come dicevano i poeti, la mia esistenza è un sogno.
Perché...
io vorrei- volevo un corpo nuovo. Ma è la maledizione del Galaxy Express- era meglio se mi tenevo quello di prima.
120 KCal più 320 mi lasciano uno spiraglio di libertà...

venerdì 22 ottobre 2010

Mi troverà bruttissima senza le scarpe, senza le collane

"Ma come ho potuto perdere quest'occasione?"

Vago nella notte con il mio lettore mp3 che mi sfonda le orecchie nel tentativo di dar vita di nuovo al mio cervello.
Non conosco la differenza fra una notte tersa di primo autunno e una notte alcolica di pieno inverno- perciò mando giù altri due bicchieri di vino e prego le mie piccole divinità di sostenermi perché... non ho un amore che non sia Hamham e però nei miei tanti pensieri di ricordi ci sono troppe persone che stringerei fino a piangere.
In questa strana vita che mi sfugge, vedo che non sono solo ma isolato da tanti; vorrei, vorrei... ma non vuoi? Che se poi mi stringi forte: sentirai le mie ossa.
Gazpacho,  gazpacho... e il piccolo principe riccio.
Ahi-

sabato 16 ottobre 2010

Tell me how I'm supposed to live with no air

Prima di finire nel sonno anche questa buffa e inutile giornata-

Cielo Mágico e non so dove andare domani. Che cosa dire. Chi seguire.
Voglio anch'io il mio coniglio bianco, fosse anche solo per precipitare fino dall'altra parte del mondo.

venerdì 15 ottobre 2010

Hay un lugar al que me voy cuando estoy triste

Sarei stato un compositore decente?
Sono una casalinga accettabile?

Sono abbastanza sveglio da non domandarmi mai più niente di simile?


Non sono poi così bravo a cantare- sono sciatto, come in qualunque altra cosa.
Ora vorrei solo...
A quest'ora, mi accontenterei di un cornetto caldo e di un bacio.

venerdì 17 settembre 2010

There is something on my mind: it is a world they left behind

Tu che vedi l'alba sull'oceano-

il tempo passa e io lo sto passando senza divertirmi gran che.
Chi sa, e potrebbe consigliarmi, è troppo vigliacco e non fa nulla.
Tu che lo sai...
be', immagino che tu non mi voglia neanche morto.

Io continuo a fare stronzate.
La mia vita è sempre più corta e io continuo a perdermi a consolare il mondo
perché in fondo continuo a credere che la mia anima sia immortale.

Dio porco, fanculo.

venerdì 10 settembre 2010

Accaparrano e dopo mangiano

Mi caccio sempre nei guai? Sono di gran compagnia?
Non lo so, ma vorrei avere una Club House (non so che sia, ma visto come la disegnano in Hamtaro, mi piace). La notte è simpatica, ma un poco freddina; il forno caldo per il pane ci aiuterà ad arrivare a domani senza geloni.

Non ho voglia di pulire per terra: e se lasciassi che la polvere si accumuli fino a seppellire la casa e farla diventare un reperto archeologico? Pazza, pazza idea di far l'amore con te. Con _te_, lo sai chi sei!

Ora voglio un elefantino, un nuovo paio di pantaloni e un gatto nero.
Ma con te non posso giocare più: mi ha dato di nuovo un gatto bianco. Stronzo.

venerdì 3 settembre 2010

Aspetta ancora un giorno solo

Come uno di quei cattivi schizzati dei telefilm, me ne sto nella mia poltroncina ad ascoltare l'opera.
Penso al mio amico fra gli amici che dopodomani prenderà un aereo e andrà in Portogallo a vivere una nuova avventura. E io che non gli ho mai detto... meglio così.
Penso alla luna che ho visto prima chiudendo gli scuri, e alle nuvole d'acqua, che sono molto meglio delle nuvole di acido su Venere e mi sento tutto sommato contento di essere nato su questo sasso umido.
Poi penso a tutto, e mi sento un poco a disagio- vorrei essere un lupo mannaro. O forse è solo il brandy da pochi soldi.

mercoledì 1 settembre 2010

'Til the beat falls apart in the sunlight

E in onore di questo blog, nella notte in cui le sere d'agosto di quest'anno finiscono, una canzone.
Confuso, confido nei sogni, in Mina, in Gazpacho. Un augurio a tutti che l'autunno d'inverno che arriva ci spinga tutti più vicini per trovarci caldi stretti insieme nel freddo di fuori.
みんなを愛しているよ.

lunedì 30 agosto 2010

I'm marvellous

Poi le cose finiscono, e non resta niente: un pensiero, un ricordo e qualche voglia.

Così Riccardo in realtà è Carlo, ma lo vorrei lo stesso su di me; Stefano è simpatico e mi ha abbracciato salutandomi e chiedendomi se non ci saremmo rivisti mai più. Eravamo tutti e due ubriachi?

La notte che la festa finisce mi avvilisce e non mi rimane che stringere l'aria fredda dell'autunno che mi spinge via verso nuovi tempi, nuove persone. Però-
Io non ci sono stato male in quest'estate. Peccato per la mia vecchiezza e per l'inconcludenza- Amen.

giovedì 26 agosto 2010

He ate my heart

Già sulla discesa fisica e mentale di una bicchierata di benzodiazepine da sonno, l'idea di spararmi nelle orecchie Lady Gaga fino ad averne la testa piena.
E nella nebbia musicale, me ne esco a chiudere gli scuri- nebbiolina da afa tutto intorno, riflesso di luce di luna piena, la mia erezione che ancora non se ne va dalla fantasia di cinque minuti fa.
Spengo tutto, spengo anche un pensiero dopo l'altro, spengo anche questo computer.
Voglio restare solo nella confusione seducente di questa musica impazzita e poi di colpo sparire per qualche ora.
That boy's a monster.

mercoledì 25 agosto 2010

Your fates are vicious and they're cruel

Un'altra notte di luna piena mi fa pensare al mio corpo e al mio sesso. Un richiamo? Forte e insinuante, sotto i campi pieni di umidità e granturco maturo, nei fossi stagnosi, sugli argini popolosi di grilli: la luce della luna è il mio rivale, scivola nelle fessure e mi viene a trovare.
Io che ho il sesso l'ho fatto a ventiquattro anni suonati, quando avevo già provato tutto l'inutile dell'età adulta. Dare un dolcetto di pasticceria a chi si è mangiato quindici frullati industriali.

Un gran vuoto mi lascia ogni volta la luna, una gran sete e una gran fame che non è di vampiro solo o di lupo mannaro. E la disperazione, che tengo distillata in una fiala mescolata tra le altre insignificanti, vibra e vorrebbe spaccare il vetro e sperdersi su tutto per- meglio non dirlo, che forse si calmerà così, senza far nulla.
Eccetto questo post

lunedì 23 agosto 2010

Come in ogni ora, come in ogni pianto

Vai a sapere perché i lampioni di questa strada di spengono e si riaccendono di tanto in tanto: ci sarà un ordine? Francamente, non me la sento di sedermi in giardino con un cronometro e un foglio di appunti... chiamatemi "pigro", se volete.
Ora che si sono spente tutte le luci, mi sento nascosto e indifeso nel buio lattiginoso della pianura estiva; il solito cane amico mio che urla in lontananza, sempre più bolso.


Ogni tanto guardo il muro e cerco il riflesso di qualcuno, ma è solo ora di dormire.

venerdì 13 agosto 2010

Se fossi più simpatica, sarei meno antipatica

Una delle cose belle dell'uomo con cui sto?
Ti scopa anche se stai sopra.
Sembra una cosa scema, ma non lo è. La posizione volgarmente detta "smorzacandela" (c'è sempre qualcosa di avvilente nella terminologia sessuale... maledetti cristiani sessuofobici) in qualche modo attribuisce a chi sta sopra un ruolo "attivo"- e invece no, la cosa bella è che spinge da sotto, sempre lui.
A me non piace star sopra: perciò, ben venga chi spinge comunque.
Però- boh boh boh... magari se ogni tanto riuscissi a spingere un po' anch'io.
Impossibile, neh?
Già.
Se il quadro fosse tondo...

giovedì 12 agosto 2010

Vanno in giro da soli con la notte tra i denti

Certamente avrei potuto incontrarti tre o quattro secoli fa in quella villa alla curva del piccolo fiume.
Tra le edere, i cespugli, i fiori selvatici mi perdo a cercare te e me nascosti dalle colonne dell'ingresso, alla luce delle candele... una festa, un cantante e due archi, un liuto.
Mi scivoli fra le mani sorridendo senza capire che sono mesi che ti guardo e che fuori, tutto è buio e ci sono così tanti fossi che uno andrà bene per sdraiarci insieme.
E anche stasera sorridi e basta, senza neppure vedermi davvero: io seduto qui, tu là, e di nuovo non succede nulla. Te ne vai, nell'ombra dei pannelli di fórmica che dividono il palco dalla zona privata, scivoli via di nuovo senza sentire che sono secoli che ti guardo, che fuori è tutto buio...

mercoledì 11 agosto 2010

Mi sembra di star sulla luna: non voglio pensare più a te!

Trotterellavo curioso di vedere quanti superstiti ballerini senza mestiere si sarebbero presentati questo martedì sera d'agosto sulla pista di mattonelline povere da ballo, al suono della musica pop-cheap-remix-tunztunz; credo ci sia stato un picco di quindici persone e poi a calare, fino al grandioso finale in sei (più o meno), ma "tutti amici", Miss Linda dixit. Ho ucciso sul nascere un'obiezione perché il gioco funziona così, mi pare d'aver capito.
Io sempre più Bertè, sempre più solo, sempre più appestato perché la solitudine è contagiosa (è la verità, state lontani da noi soli, distruggiamo le vostre reti sociali come le tarme i maglioni).
Ma quei due ragazzi arrivati a mezz'ora dalla fine, così belli e persi uno nell'altro- che mentre si baciavano, mi si è stretto lo stomaco e ho fatto finta di niente. Pensavo alla prima volta che ho visto due maschi baciarsi e, curiosamente, non ho pensato alla prima volta che è successo a me.
Avrei quasi bussato a quella porta trasparente fatta d'aria ma poi- di nuovo, il gioco non va avanti in questo modo: "senza invito, non entra nemmeno la luna..."

venerdì 6 agosto 2010

Io ti vorrei tutto preso dal sesso

Io con le malattie non ci so fare: sono sempre stato bene, a parte qualche stupidaggine, e ho disprezzo per i medici, perché non mi sono mai serviti davvero. È una situazione imbarazzante, perché la maggior parte delle persone che conosco ha una storia clinica interessante: io non so mai cosa dire.
Certo, se vogliamo, un paio d'anni di incontri con una terapeuta dell'ABA forse potrebbero essere menzionati, ma i disturbi interiori senza un'evidente manifestazione non interessano nei salotti.

Una volta ho preso sotto un gatto, ma non volevo. Ci sto male ancora adesso e maledico quel gatto che è saltato sotto le mie ruote senza darmi il tempo di far nulla.
Così vi maledico, voi, uomini. ragazzi. maschi- che vi mostrate ai miei occhi, che vi fate travolgere dal mio desiderio per morire un istante dopo senza darmi il tempo di allungare una mano, di sfiorare un labbro. Malati delle vostre insondabili profondità, delle vostre meraviglie miserabili.

giovedì 5 agosto 2010

Madonna santa, io sono indegna di perdono

Devo essere una calamita per disadattati sociali.
Forse li faccio sentire meglio quando mi stanno vicino?
E andatevene un po' a fanculo!
Tirate avanti con le vostre deformità- come faccio io.

mercoledì 4 agosto 2010

I wasn't born for the rose and pearl

Tirava il vento e pioveva, ma sotto la tenda non arrivava nulla e mi divertivo di più a ballare con quell'aria da temporale che aveva rimandato già tanti a casa e che mi fa sempre sentire così al mio posto.
Una volta tanto non ero l'unico a battere il tempo da solo con l'aria demente e mentre mi guardo attorno, svagato, un ragazzo moro con i ricci, gli occhi neri e quel sapor mediorientale... balla e ride, come se la musica gli parli e lo faccia divertire in un modo tutto suo. È nel gruppo degli amici di Davide, uno di loro mi riconosce e mi viene a salutare, convinto che io mi ricordi di lui- purtroppo no, ma non importa, sono più magro e più stronzo che mai, e mi unisco a loro.
Ad averlo così, a due metri, quel ragazzo strano che mi ricorda tanto ´Eemlich, fa urlare una parte nascosta dentro di me che darei un braccio e una gamba per stare un attimo con lui davvero e sentire la sua stessa musica.
Ma: il resto di me è ormai molto più saggio e sa che "don't wish, don't start: wishing only wounds the heart": mi affogo un poco da solo e dimentico ballando finché non finirà la musica di tutti.

sabato 31 luglio 2010

Ma quando dico: "amore", chi si accontenta muore

In una notte così, tutta limpida e piena di stelle, al finire di luglio- che in questa pianura umida e afosa è come un miracolo.
In una notte così, non si poteva rimanere a casa. A ballare, sotto i fari e le follie degli sconosciuti compagni di ventura su una pista di cemento da quattro soldi.
Proprio come dice Miss Linda, siamo proprio bravi.
In una notte così- e quante notti così mi sono perso in tanti anni?
Ho da ballare una vita intera sprecata.

mercoledì 28 luglio 2010

L'ingenuità di un sorriso farcito di "sì" che mi solletica

L'incontro fortuito con Miss Linda nella passeggiata, l'aria fresca e io che un po' la birra cominciavo a sentirla. 
Miss Linda, infreddolita ma gentile e affabile come si vorrebbe sempre trovare in una persona conosciuta solo dal palco, si avvicina, ci offre un po' di sambuca che stava bevendo per scaldarsi- e poi: "siete insieme?" Mi aspettavo la domanda ma tergiverso sorridendo e tu, sicuro di te stesso rispondi, novella sincera Fiordiligi, "amici". E io annuisco tutto disarticolato e buffo e ti guardo come un bimbo che ripete le parole che gli s'imboccano.
Poi, a chiosa, aggiungiamo a turno che i nostri ragazzi stanno tutti e due da un'altra parte. 
E i nostri pensieri in quel momento non avrebbero potuto essere più lontani.

Io non ti conosco, io non so chi sei

E dunque, vediamola così: "Agata" è un nome da zitelle. Vecchie zitelle. Così abbiamo deliberato in casa: e la povera bimba che ho incontrato due giorni fa è segnata, infiocchettata ed etichettata verso una vita di solitudine e infelicità. Già la vedo agonizzare fra muraglie di confezioni di zucchero e di carta igienica millenarie ed essere ritrovata imbalsamata e scambiata per una mummia azteca di contrabbando.
Chi era questa povera sventurata?
Nientemeno che la figlia (probabilmente secondogenita) di un ragazzo... be', un uomo, che conosco da almeno dieci anni ma che non vedevo da almeno otto. E dove avviene questo fortuito inatteso incontro? Al supermercato. Per maggior chiarezza, nel parcheggio: il sagrato laico della sconsacrata chiesa commerciale.
È stato un incontro molto piacevole, in verità. Ma che cosa può essermi venuto in mente, durante gli stupiti convenevoli per cercare di colmare una decina di anni di assenza? Il merluzzo. Certo, signori e signore, il merluzzo mi è venuto in mente: avevo un chilo di merluzzo surgelato in borsa che dovevo traghettare al più presto in un freezer per non perdere ben 4.96 euro.
Così, a dispetto della mia parte umana, ho dato ascolto al concentrato dei miei deliri: al ritmo del mantra interiore "il merluzzo non deve sciogliersi", ho liquidato con cortese frettolosità una persona che, nella folla di imbecilli abbandonata da quegli anni, ho sempre salvato nei miei ricordi con simpatica cura.
E tanto per completare la sensazione di scivolare via dal mondo come la glassatura del merluzzo nello scarico del lavandino, la fastidiosa puntura della domanda fra me e me mentre tornavo alla macchina: "ma che poi dovrei saperlo se era sposato con... con... come si chiamava quella? Ma era quella poi?". Vanità delle vanità, tutto è vanità.

Mi perdo: sì, questo so fare, mi perdo

Trotterellevo verso casa nella mia macchinina verde polveroso; mi avvicino ad un incrocio e mi dico: "toh, che buffo! Un cagnolino in giro alle due di notte!"
Ed ecco la sorpresa: il musetto a punta e gli occhietti svegli, pelo rossiccio e due grosse orecchie dritte. Una volpe! Nel cuore di Galta di Vigonovo, che sedeva attenta al bordo di un incrocio.
Ovviamente le volpi non sorridono, ma ho visto riflesso sul quel musetto il mio infantile divertimento mentre passavo e la lasciavo agli affari suoi.

lunedì 26 luglio 2010

Ma stasera chi vince tra mille rinunce

Piccolo e stupido omaggio a una delle donne di cartone più masochiste, tristi, macerate, dementi che abbiano mai traviato la mia mente di fanciullo.
Mi rivedo, abbandonato davanti alla tv o, più probabilmente, accompagnato da genitori inconsapevoli che i figli sotto i vent'anni non sono ancora vaccinati a forza di anestetica morale cattolica e che perciò la strabordante etica nippo-masochista del cartone animato avrebbe sfondato la mia psiche come un plotone di androidi-assassini in un allevamento di conigli.
Questa notte, Mimì; mi si è parata davanti, Madonna con la coda di cavallo e gli occhi giganti, in una succulenta replica sul salvifico RaiGulp, che soccorre la mia mente quando Boing mi abbandona. Mimì che si fa schiantare a terra da pallonate, che si fa prendere a sberle, che viene privata di ogni soccorso e conforto, circondata da una schiera di derelitte che non hanno nemmeno la sua forza di carattere.
Io non la chiamo forza di carattere, però: ad essere sincero, tra me e me sorrido e mi dico: "che adorabile folle".
Sarà per questo che mi è venuta l'imprescindibile voglia di disegnarla. In questi mesi, in questi giorni: in queste ore! quanto mi sento l'adorabile follia serpeggiarmi ovunque.
Se guardate dentro la finestra di casa mia, mi vedrete buono e tranquillo al tavolo del computer; ma se spiaste nella mia testa, un turbinare di schianti a terra e pallonate che neppure durante un ciclone.
Altroché se stasera si vince... altroché...

domenica 25 luglio 2010

Alejandro, Alejandro

Altra notte di festa, notte di ballo. Notte di folla, che straboccava come le formiche intorno ad un cartone vuoto del latte.
Mi piaceva l'idea che tu mi seguissi e che mi cercassi a dispetto suo- intanto, il dotto filosofo parlava di una cazzata da lui inventata e il colto pubblico si contorceva di intellettuale piacere carnale sulle sediole di plastica blu elettrico. Probabilmente il blu era elettrificato sul serio.
Vedi te le cose... il mio cervello si è adattato in tanti anni alle miserie psichiche a cui l'ho costretto e ora che mi servirebbe com'era: un cazzo! Ormai è buono solo per ricordarsi le canzoni della Carrà.
E il tuo odore che mi fa morire, e tu che lo sai ma non capisci la fatica che faccio per non farmi umiliare anche da te e per non finire ad odiarti tanto quanto la parata di scimmiette ammaestrate che mi hanno appeso sul muro di banano dei loro trofei.
Ti bacerò. E sarà una sonora stronzata.

sabato 24 luglio 2010

È un signor di qualità!

Una bella ricetta estiva, fresca fresca, per festeggiare un finesettimana finalmente meno afoso. Che almeno se c'è l'afa però uno può dire di essere giù di pressione, invece col beltempo hai le palle girate e gli altri se ne accorgono e non puoi mentire. Ma sto divagando.
Dunque: frattaglie di porco a piacere, due pomodoriniPachinoTM, due bicchieri di olio EvoTM (in mancanza olio M.EvoTM (MedioEvoTM)), tre-quattro spicchi d'aglio piccante della Manciuria, un sushi, due mate e un pizzico di corno di gnu in polvere.
Presi che si siano gli ingredienti, pestate tutto in un mortaio, tranne l'olio e le frattaglie. Mentre pestate, bestemmiate copiosamente, che questo renderà il piatto infinitamente più saporito. Quando il pestello comincia a mostrare segni di usura, lasciate la polvere ormani nanometrica a riposare.
Scaldate molto l'olio su fiamma alta- si badi, fiamma di gasolio, non di metano. GASOLIO. Ora, quando il puzzo di fritto sarà acuto nonostante non stiate ancora friggendo nulla, gettate violentemente le frattaglie nell'olio e fate un paio di salti all'indietro. Oppure sfregiatevi, è la moda dell'estate: ricordate solo che la prossima estate potrebbe non esserlo più e gli sfregi sono permanenti.
Quando le frattaglie saranno marrone ben scuro, scolatele dall'olio. Lasciate freddare olio e carne, quindi emulsionate la polvere del mortaio con tutto l'olio, e condite le frattaglie.
Per il servizio in tavola, si consiglia di dare al piatto l'aspetto di un piccolo gattino o di una scimietta. Si mangia con spilloni vudù ancora caldo.
Una nota caratteristica: se recitate maledizioni all'indirizzo di persone che odiate mentre vi servite, è credenza diffusa che queste si realizzino per tutto il tempo in cui masticherete il boccone di cui vi siete serviti.
Buon appetito e buona macumba a tutti!

Ballo ballo ballo da capogiro

Così questa notte mi sono finalmente cimentato nella specialità da lungo sognata: la danza libera per tutta la notte, c'est-à-dire fino a che non hanno smesso la musica all'esterno. All'interno non ci ballo, perché è una cosa idiota ballare al chiuso d'estate. Voglio dire, non si vede nemmeno la luna da dentro il capannone climatizzato. Perciò-
Ovviamente, come nei migliori incubi, ho ballato da solo (una specie di Bertè inconsapevole) in mezzo alla folla. Mi sono divertito assai, per il ballo, ma ora provo un odio profondo per tutto il genere umano e in particolare per chi mi conosceva e non mi ha degnato che di un "Ciao".
E se devo essere odioso, allora voglio esserlo per bene, alla grande, come una delle ragazzine insopportabilmente belle e fastidiose delle telenovelas argentine che mi piacciono tanto.
Vi odio tutti, maledetti bastardi, e se potessi farvi morire solo col pensiero, non sareste già più vivi da almeno un paio d'ore. Un'ecatombe di giovanotti che neppure il Raid con le mosche/zanzare. Schifosi pezzi di merda senza senso.
E tu, coglione, lo so che stavi parlando- se muovi la bocca in direzione di un altro, non è che mi penso che stai facendo gargarismi estetici. Imbecille, volevo solo salutarti, tanto difficile/disgustoso da capire?
Ballo ballo ballo da capogiro, alla faccia vostra- una faccia che, nei miei desideri più profondi, avete già perso fra i denti aguzzi dei topi che vi ho liberato addosso.

venerdì 23 luglio 2010

Notte, vai! Ricoprilo coi sogni miei- cancella dai suoi occhi lui... vorrei, vorrei, ma non succede mai.

La notte va, e dove se ne va?
Forse nel Tombino CosmicoTM dove scivola via tutto. Sì, sono piuttosto sicuro che sia così. Che poi, pensate: essere "piuttosto sicuri"; che idiozia. O sei sicuro o no, non esistono le sfumature in queste cose.
Perciò, se penso che ti amo, è proprio così. Se proprio vuoi, cavilliamo sul senso di "amare"- per me è una cosa semplice, se ti sto vicino e non ho voglia di scappare urlando o di impiccarmi al primo parapetto come il mio prozio, ti amo. Non sembra una grande definizione, ma probabilmente non mi hai mai visto scappare urlando (e non conosci il numero di persone da cui scapperei in quel modo (679, tanto per dirlo)).
E per te, "amare" che cos'è?
So che ti piacciono i Barbapapà di 'sta minchia. Guarda che non è un barbatrucco, fanno schifo sul serio. "Mollalooo!"
Ma- mi sovviene, ho cambiato il mio corpo! Sono anch'io dunque un barbatrucco maledetto! Venti chili che mi separano per sempre dai tuoi.
Che vita di merda.

giovedì 22 luglio 2010

Sono le tagliatelle di nonna Pina

Antonella is back! Uaaaaah, urlo libero e gioia mestruata!
Sì, è cosa nota ormai da mesi, ma gli annunci ufficiali e gli spot giornalistici sono il miele per le mie emozioni da mosca... be', suvvia, da ape. Ape operaia? No, ape regina. Una regina operaia, diciamo, che mi piace essere moderna.
Comunque, la Clerici torna tutti i giorni, tutto l'anno, a tutto cuoco (e speriamo che se li scelga più belli di quelli della Bruna Usurpatrice, il cui nome è già stato condannato all'oblio eterno).
Ah, quella donna! -se avessi avuto io quei capelli e quelle tette, dove non sarei ora, che cosa non sarei riuscito a fare.

Laia ladaia sabatana avemaria

E ci sono volte che si vorrebbe solo un paio di mani nei pantaloni- e non sono le proprie.
Ma le mani sono spesse occupate, il mondo è un oceano di pantaloni e mutande e due mani sono troppo poche.
Le compatisco, quelle mani belle che non sanno dove andare.
Vorrei essere una sirena per le tue mani, ma sono sicuro che si scanserebbero, fingendo di aver equivocato: "pensavamo la sirena di un'ambulanza, forse la polizia. E se erano i pompieri? Sai, siamo mani piene di coscienza civica!"
Bastonato e deriso, ma senza cattiveria. Per la madonna, cantiamoci sopra comunque- e sabatana sabatana porca puttana.

mercoledì 21 luglio 2010

E vennero i gendarmi

Señora Melancolia, che poi sto lì e guardo guardo guardo- e poi cammino cammino e sono lì e sempre più vicino.
Sei sempre più vicino! E lo sai? Sì, mi pare di aver scritto... ach, diletto penoso, pene dilette, baroccando più che mai!
"Dammi un bacio, dammi un bacio, dammi un bacio qui! Io ti amo, io ti amo anche quando è martedì!" Ma questa la Carrà non l'ha cantata, che sfortuna.
Poi che ci si saluta e il colpo di genio viene a te- e l'improvvida guardia notturna al soldo del potere intralcia il fortunoso abbraccio. E io che faccio la figura del vampiro e cerco maldesto di baciarti il collo!
Ah- però. Rimpianto? Uno, potevamo andare a ballare. Bailo, bailo bailo da capogiro.

venerdì 25 giugno 2010

Che scandalo, con uno straniero

Non so se mi serva davvero un altro blog, però-
sono così tentato stanotte.
Magari un blog scemo, che possa far ridere qualcuno.
Il solito (bi)sogno di gente intorno.
Ovviamente non più dei soliti centocinquanta. Ah-ah-ah.
Seriamente- ma chi se ne frega?

Doce è dodici in spagnolo, invece i giapponesi sono molto più diligenti e dicono 二十二(にじゅうに).
Così vanno le lingue.

Raffinate libertà

"E i ragazzi all'imbrunire cantano dei versi in allegria.
Solo pochi passi di fandango
persi nell'oscurità-
come si sta bene, qui nascosti tra le nostre verità."