Altra notte di festa, notte di ballo. Notte di folla, che straboccava come le formiche intorno ad un cartone vuoto del latte.
Mi piaceva l'idea che tu mi seguissi e che mi cercassi a dispetto suo- intanto, il dotto filosofo parlava di una cazzata da lui inventata e il colto pubblico si contorceva di intellettuale piacere carnale sulle sediole di plastica blu elettrico. Probabilmente il blu era elettrificato sul serio.
Vedi te le cose... il mio cervello si è adattato in tanti anni alle miserie psichiche a cui l'ho costretto e ora che mi servirebbe com'era: un cazzo! Ormai è buono solo per ricordarsi le canzoni della Carrà.
E il tuo odore che mi fa morire, e tu che lo sai ma non capisci la fatica che faccio per non farmi umiliare anche da te e per non finire ad odiarti tanto quanto la parata di scimmiette ammaestrate che mi hanno appeso sul muro di banano dei loro trofei.
Ti bacerò. E sarà una sonora stronzata.
Nessun commento:
Posta un commento
Ricordate che potete ferirmi. Se ancora ne avete voglia, scrivete pure: