mercoledì 4 agosto 2010

I wasn't born for the rose and pearl

Tirava il vento e pioveva, ma sotto la tenda non arrivava nulla e mi divertivo di più a ballare con quell'aria da temporale che aveva rimandato già tanti a casa e che mi fa sempre sentire così al mio posto.
Una volta tanto non ero l'unico a battere il tempo da solo con l'aria demente e mentre mi guardo attorno, svagato, un ragazzo moro con i ricci, gli occhi neri e quel sapor mediorientale... balla e ride, come se la musica gli parli e lo faccia divertire in un modo tutto suo. È nel gruppo degli amici di Davide, uno di loro mi riconosce e mi viene a salutare, convinto che io mi ricordi di lui- purtroppo no, ma non importa, sono più magro e più stronzo che mai, e mi unisco a loro.
Ad averlo così, a due metri, quel ragazzo strano che mi ricorda tanto ´Eemlich, fa urlare una parte nascosta dentro di me che darei un braccio e una gamba per stare un attimo con lui davvero e sentire la sua stessa musica.
Ma: il resto di me è ormai molto più saggio e sa che "don't wish, don't start: wishing only wounds the heart": mi affogo un poco da solo e dimentico ballando finché non finirà la musica di tutti.

1 commento:

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