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venerdì 5 novembre 2010

Al centro del mio cuore ci sei solo tu

E mentre me ne sto accoccolato su questa sedia girevole, mi si rivoluziona tutto intorno.

I pensieri di un decennio fa, pensieri che ho cercato di uccidere sul nascere. Eccoli qua!
Tu, che non so nemmeno dove sei; tu che sicuramente non sai neppure più chi io sia-
per un attimo, di nuovo, al centro del mio cuore ci sei tu- al centro del mio cuore, del mio cazzo, della mia bocca.

Ma dove sei? Sei ancora vivo- sei forse morto?
Se fossi morto, vorrei tanto piangerti. E in fondo, senza saper nulla, vorrei piangere anche adesso .

venerdì 22 ottobre 2010

Mi troverà bruttissima senza le scarpe, senza le collane

"Ma come ho potuto perdere quest'occasione?"

Vago nella notte con il mio lettore mp3 che mi sfonda le orecchie nel tentativo di dar vita di nuovo al mio cervello.
Non conosco la differenza fra una notte tersa di primo autunno e una notte alcolica di pieno inverno- perciò mando giù altri due bicchieri di vino e prego le mie piccole divinità di sostenermi perché... non ho un amore che non sia Hamham e però nei miei tanti pensieri di ricordi ci sono troppe persone che stringerei fino a piangere.
In questa strana vita che mi sfugge, vedo che non sono solo ma isolato da tanti; vorrei, vorrei... ma non vuoi? Che se poi mi stringi forte: sentirai le mie ossa.
Gazpacho,  gazpacho... e il piccolo principe riccio.
Ahi-

venerdì 15 ottobre 2010

Hay un lugar al que me voy cuando estoy triste

Sarei stato un compositore decente?
Sono una casalinga accettabile?

Sono abbastanza sveglio da non domandarmi mai più niente di simile?


Non sono poi così bravo a cantare- sono sciatto, come in qualunque altra cosa.
Ora vorrei solo...
A quest'ora, mi accontenterei di un cornetto caldo e di un bacio.

lunedì 30 agosto 2010

I'm marvellous

Poi le cose finiscono, e non resta niente: un pensiero, un ricordo e qualche voglia.

Così Riccardo in realtà è Carlo, ma lo vorrei lo stesso su di me; Stefano è simpatico e mi ha abbracciato salutandomi e chiedendomi se non ci saremmo rivisti mai più. Eravamo tutti e due ubriachi?

La notte che la festa finisce mi avvilisce e non mi rimane che stringere l'aria fredda dell'autunno che mi spinge via verso nuovi tempi, nuove persone. Però-
Io non ci sono stato male in quest'estate. Peccato per la mia vecchiezza e per l'inconcludenza- Amen.

giovedì 12 agosto 2010

Vanno in giro da soli con la notte tra i denti

Certamente avrei potuto incontrarti tre o quattro secoli fa in quella villa alla curva del piccolo fiume.
Tra le edere, i cespugli, i fiori selvatici mi perdo a cercare te e me nascosti dalle colonne dell'ingresso, alla luce delle candele... una festa, un cantante e due archi, un liuto.
Mi scivoli fra le mani sorridendo senza capire che sono mesi che ti guardo e che fuori, tutto è buio e ci sono così tanti fossi che uno andrà bene per sdraiarci insieme.
E anche stasera sorridi e basta, senza neppure vedermi davvero: io seduto qui, tu là, e di nuovo non succede nulla. Te ne vai, nell'ombra dei pannelli di fórmica che dividono il palco dalla zona privata, scivoli via di nuovo senza sentire che sono secoli che ti guardo, che fuori è tutto buio...

mercoledì 11 agosto 2010

Mi sembra di star sulla luna: non voglio pensare più a te!

Trotterellavo curioso di vedere quanti superstiti ballerini senza mestiere si sarebbero presentati questo martedì sera d'agosto sulla pista di mattonelline povere da ballo, al suono della musica pop-cheap-remix-tunztunz; credo ci sia stato un picco di quindici persone e poi a calare, fino al grandioso finale in sei (più o meno), ma "tutti amici", Miss Linda dixit. Ho ucciso sul nascere un'obiezione perché il gioco funziona così, mi pare d'aver capito.
Io sempre più Bertè, sempre più solo, sempre più appestato perché la solitudine è contagiosa (è la verità, state lontani da noi soli, distruggiamo le vostre reti sociali come le tarme i maglioni).
Ma quei due ragazzi arrivati a mezz'ora dalla fine, così belli e persi uno nell'altro- che mentre si baciavano, mi si è stretto lo stomaco e ho fatto finta di niente. Pensavo alla prima volta che ho visto due maschi baciarsi e, curiosamente, non ho pensato alla prima volta che è successo a me.
Avrei quasi bussato a quella porta trasparente fatta d'aria ma poi- di nuovo, il gioco non va avanti in questo modo: "senza invito, non entra nemmeno la luna..."

venerdì 6 agosto 2010

Io ti vorrei tutto preso dal sesso

Io con le malattie non ci so fare: sono sempre stato bene, a parte qualche stupidaggine, e ho disprezzo per i medici, perché non mi sono mai serviti davvero. È una situazione imbarazzante, perché la maggior parte delle persone che conosco ha una storia clinica interessante: io non so mai cosa dire.
Certo, se vogliamo, un paio d'anni di incontri con una terapeuta dell'ABA forse potrebbero essere menzionati, ma i disturbi interiori senza un'evidente manifestazione non interessano nei salotti.

Una volta ho preso sotto un gatto, ma non volevo. Ci sto male ancora adesso e maledico quel gatto che è saltato sotto le mie ruote senza darmi il tempo di far nulla.
Così vi maledico, voi, uomini. ragazzi. maschi- che vi mostrate ai miei occhi, che vi fate travolgere dal mio desiderio per morire un istante dopo senza darmi il tempo di allungare una mano, di sfiorare un labbro. Malati delle vostre insondabili profondità, delle vostre meraviglie miserabili.

giovedì 5 agosto 2010

Madonna santa, io sono indegna di perdono

Devo essere una calamita per disadattati sociali.
Forse li faccio sentire meglio quando mi stanno vicino?
E andatevene un po' a fanculo!
Tirate avanti con le vostre deformità- come faccio io.

mercoledì 4 agosto 2010

I wasn't born for the rose and pearl

Tirava il vento e pioveva, ma sotto la tenda non arrivava nulla e mi divertivo di più a ballare con quell'aria da temporale che aveva rimandato già tanti a casa e che mi fa sempre sentire così al mio posto.
Una volta tanto non ero l'unico a battere il tempo da solo con l'aria demente e mentre mi guardo attorno, svagato, un ragazzo moro con i ricci, gli occhi neri e quel sapor mediorientale... balla e ride, come se la musica gli parli e lo faccia divertire in un modo tutto suo. È nel gruppo degli amici di Davide, uno di loro mi riconosce e mi viene a salutare, convinto che io mi ricordi di lui- purtroppo no, ma non importa, sono più magro e più stronzo che mai, e mi unisco a loro.
Ad averlo così, a due metri, quel ragazzo strano che mi ricorda tanto ´Eemlich, fa urlare una parte nascosta dentro di me che darei un braccio e una gamba per stare un attimo con lui davvero e sentire la sua stessa musica.
Ma: il resto di me è ormai molto più saggio e sa che "don't wish, don't start: wishing only wounds the heart": mi affogo un poco da solo e dimentico ballando finché non finirà la musica di tutti.

mercoledì 28 luglio 2010

Io non ti conosco, io non so chi sei

E dunque, vediamola così: "Agata" è un nome da zitelle. Vecchie zitelle. Così abbiamo deliberato in casa: e la povera bimba che ho incontrato due giorni fa è segnata, infiocchettata ed etichettata verso una vita di solitudine e infelicità. Già la vedo agonizzare fra muraglie di confezioni di zucchero e di carta igienica millenarie ed essere ritrovata imbalsamata e scambiata per una mummia azteca di contrabbando.
Chi era questa povera sventurata?
Nientemeno che la figlia (probabilmente secondogenita) di un ragazzo... be', un uomo, che conosco da almeno dieci anni ma che non vedevo da almeno otto. E dove avviene questo fortuito inatteso incontro? Al supermercato. Per maggior chiarezza, nel parcheggio: il sagrato laico della sconsacrata chiesa commerciale.
È stato un incontro molto piacevole, in verità. Ma che cosa può essermi venuto in mente, durante gli stupiti convenevoli per cercare di colmare una decina di anni di assenza? Il merluzzo. Certo, signori e signore, il merluzzo mi è venuto in mente: avevo un chilo di merluzzo surgelato in borsa che dovevo traghettare al più presto in un freezer per non perdere ben 4.96 euro.
Così, a dispetto della mia parte umana, ho dato ascolto al concentrato dei miei deliri: al ritmo del mantra interiore "il merluzzo non deve sciogliersi", ho liquidato con cortese frettolosità una persona che, nella folla di imbecilli abbandonata da quegli anni, ho sempre salvato nei miei ricordi con simpatica cura.
E tanto per completare la sensazione di scivolare via dal mondo come la glassatura del merluzzo nello scarico del lavandino, la fastidiosa puntura della domanda fra me e me mentre tornavo alla macchina: "ma che poi dovrei saperlo se era sposato con... con... come si chiamava quella? Ma era quella poi?". Vanità delle vanità, tutto è vanità.

Mi perdo: sì, questo so fare, mi perdo

Trotterellevo verso casa nella mia macchinina verde polveroso; mi avvicino ad un incrocio e mi dico: "toh, che buffo! Un cagnolino in giro alle due di notte!"
Ed ecco la sorpresa: il musetto a punta e gli occhietti svegli, pelo rossiccio e due grosse orecchie dritte. Una volpe! Nel cuore di Galta di Vigonovo, che sedeva attenta al bordo di un incrocio.
Ovviamente le volpi non sorridono, ma ho visto riflesso sul quel musetto il mio infantile divertimento mentre passavo e la lasciavo agli affari suoi.